LA QUARESIMA

I quaranta giorni che precedono la Pasqua vengono vissuti dai fedeli come un periodo di preparazione e conversione per prepararsi al meglio alla Pasqua.

È un periodo di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua; secondo il rito romano inizia il Mercoledì delle ceneri e si conclude il Giovedì santo, mentre secondo il rito ambrosiano parte dalla domenica successiva al Martedì grasso e si conclude il Giovedì santo con l’inizio del Triduo pasquale.

Tale periodo è caratterizzato dall’invito alla conversione a Dio. Sono pratiche tipiche della quaresima il digiuno ecclesiastico e altre forme di penitenza, la preghiera più intensa e la pratica della carità. È un cammino che prepara alla celebrazione della Pasqua, che è il culmine delle festività cristiane.

MOMENTI COMUNITARI IN PARROCCHIA
QUARESIMA: PERCHÉ QUARANTA GIORNI?
QUARESIMA, PERCHÉ IL VENERDÌ E’ DI MAGRO?

MOMENTI COMUNITARI IN PARROCCHIA

Durante la quaresima la nostra parrocchia propone i seguenti appuntameni comunitari di preghiera:

  • MERCOLEDI’ DELLE CENERI
    • Durante le celebrazioni delle 8:30 e delle 20:30 di mercoledì saranno imposte le ceneri.
      Sempre mercoledì alle ore 16:30 si terrà un momento di preghiera per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie con imposizione delle ceneri.
  • MARTEDI’
    • A partire dal 20 Febbraio alle ore 08:15 si terrà la recita delle Lodi.
  • MERCOLEDI’
    • A partire dal 21 Febbraio alle ore 07:00 sarà celebrata una S. Messa feriale. 
  • VENERDI’
    • A partire dal 16 Febbraio alle ore 07:00 si terrà la recita delle Lodi.
    • A partire dal 23 Febbraio ci sarà la recita della Via Crucis
      • ore 16:30 per bambini e ragazzi in chiesa arcipretale 
      • ore 20.30 per tutti, nelle diverse zone della nostra parrocchia (in caso di pioggia si terrà in chiesa arcipretale). 
  • DOMENICA
    • A partire da domenica 25 Febbraio alle ore 21:00 si terrà un’ora di Adorazione Eucaristica guidata, rivolta in particolare ad adolescenti e giovani, pur restando aperta alla partecipazione di tutti. 

Ricordiamo che il “mercoledì delle Ceneri” e il “Venerdì Santo” sono giorni di digiuno ed astinenza. Tutti gli altri venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza.

QUARESIMA: PERCHÉ QUARANTA GIORNI?

Già nel IV secolo la grande festa di Pasqua è preceduta da una preparazione di quaranta giorni, sia per i catecumeni che sono stati scelti per ricevere il Battesimo che per tutti i fedeli che intendono ribadire la loro adesione a Cristo.

Sul numero quaranta ha influito il simbolismo biblico:

  • quaranta sono i giorni del diluvio;
  • quaranta sono gli anni dell’esodo;
  • quaranta sono i giorni trascorsi da Mosè sul monte Sinai;
  • quaranta giorni durò la lotta di Davide contro Golia;
  • quaranta sono i giorni del cammino di Elia prima di incontrare il Signore sul monte Horeb;
  • per quaranta giorni Giona annuncia la parola di Dio a Ninive;
  • quaranta sono i giorni del digiuno di Gesù nel deserto prima di iniziare la sua missione;
  • quaranta sono i giorni durante i quali il Signore risorto appare ai suoi e li prepara alla loro missione.

Il numero quaranta è chiaramente un simbolo per indicare un periodo di lotta, di fatica, di purificazione in vista di grandi eventi, di importanti scelte, di un nuovo capitolo nella storia della propria vita.

QUARESIMA, PERCHÉ IL VENERDÌ E’ DI MAGRO?

L’astinenza, in particolare dalla carne, risale all’Antico Testamento e per alcune circostanze allo stesso mondo pagano, anche se ha avuto ampio sviluppo nel monachesimo cristiano d’Oriente e Occidente. Una severa alimentazione combatteva le tentazioni e la concupiscenza della carne, favorendo l’ascesi e il dominio spirituale del corpo.

Preme piuttosto sottolineare che il digiuno con l’astinenza – cioè un pasto al giorno, evitando determinati cibi – è congiunto alla preghiera a Dio e all’elemosina: un trio che, già presente nell’Antico Testamento, contrassegna la pratica penitenziale della Chiesa.

È quanto viene affermato nella nota pastorale della Conferenza episcopale italiana del 1994, Il senso del digiuno e dell’astinenza. Nella penitenza l’uomo è coinvolto nella sua totalità di corpo e spirito: si converte a Dio e lo supplica per il perdono dei peccati, lodando e rendendo grazie; non disprezza il corpo, lo modera, e rinvigorisce lo spirito, non si chiude in sé stesso ma vive la solidarietà che lo lega agli altri uomini.

Ma perché queste tre espressioni rientrino nella prassi penitenziale della Chiesa devono avere un’anima autenticamente religiosa, anzi cristiana. È quanto si propone la citata nota pastorale, in applicazione di una delibera del 1985, sollecitando una convinta ripresa della prassi penitenziale tra i fedeli. Il digiuno dei cristiani trova il modello e il significato originale in Gesù.

Il Signore non impone una pratica di digiuno, ma ne ricorda la necessità contro il maligno e nella sua vita ne indica lo stile e l’obiettivo. Quaranta giorni di digiuno precedono le tentazioni nel deserto, che superò con la ferma adesione alla parola di Dio: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

Il riferimento a Cristo e alla sua morte e risurrezione è essenziale per definire il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza come di ogni forma di mortificazione. Nella tradizione cristiana, sotto gli influssi monastici, le comunità hanno delineato forme concrete di penitenza, il digiuno con un solo pasto nella giornata, seguito dalla riunione serale per l’ascolto della parola di Dio e la preghiera comunitaria.

Con il Vaticano II si chiede un aggiornamento pastorale nelle motivazioni e nelle forme, soprattutto mediante le opere di carità, giustizia e solidarietà. Nella distribuzione dei tempi e dei giorni sono privilegiati il triduo pasquale, in particolare il Venerdì santo e il Mercoledì delle ceneri, oltre l’astinenza dalla carne nei venerdì dell’anno.

Fonte: Famigliacristiana.it

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio 2024